Come capire se il nostro ETF presta i propri titoli? | Investire.biz (2024)

Il prestito titoli all'interno degli ETF è una pratica sempre più diffusa per ridurre i costi. Cerchiamo di capire dove reperire le giuste informazioni

Ho già parlato di prestito titoli nel mondo ETF in questo articolo, un'attività finalizzata a ridurre l’onerosità dello strumento avvicinando il più possibile lo strumento alla performance dell’indice sottostante. In alcuni casi grazie al contributo del prestito titoli addirittura l’ETF supera il benchmark facendo diventare positiva la tracking difference, ovvero la differenza tra il rendimento dell’ETF e quello del sottostante.

Opportunità e rischi (remoti) generati da questa pratica del prestito titoli sono già state affrontate. Oggi voglio guidare il lettore all’interno dei siti dei principali emittenti di ETF per permettergli di capire quale emittente e con quale intensità applica questa attività.

ETF: dove cercare la presenza di prestito titoli

Il primo documento da consultare è sempre il KIID: qui possiamo trovare indicato se un ETF effettua prestito titoli oppure no. Sul KIID dell’ETF iShares Core Emerging Market troviamo ad esempio scritto: “quando il Fondo effettua operazioni di prestito titoli per ridurre i costi, questi riceverà il 62,5% dei rispettivi proventi realizzati mentre il restante 37,5% andrà a favore di BlackRock in qualità di agente per il prestito dei titoli. Non aumentando i costi di gestione del Fondo, la ripartizione dei proventi realizzati dall’attività di prestito titoli è stata esclusa dalle spese correnti”.

In questo caso il ricavo da prestito non verrà interamente assorbito dall’ETF per ridurre i costi, ma solo una parte di esso (il 62,5%). SPDR invece dichiara sul suo ETF MSCI EMU di non effettuare attività di prestito titoli.

Vanguard sull’ETF FTSE All-World afferma invece “relativamente ai propri investimenti, il Fondo può effettuare operazioni di prestito garantite a breve termine a favore di determinate terze parti autorizzate. Ciò costituisce un mezzo per generare maggior reddito e compensare i costi sostenuti dal Fondo”. Nel prospetto viene poi precisato che qualunque provento generato dall’attività di prestito titoli verrà conferita al comparto. In pratica il 100% dei ricavi servirà per ridurre i costi.

Quindi abbiamo una voce di ricavo che parzialmente o totalmente entra nel bilancio dell’ETF. Ma possiamo quantificare questo ricavo? Certamente. iShares ad esempio è molto trasparente e pubblicizza nella homepage del suo sito non solo i punti base annui ricavati dall’attività di prestito titoli, ma anche la quantità media e massima prestata nel corso dell’anno, il valore del collaterale dato a garanzia, cosa compone il collaterale stesso e le regole di valutazione.

Tutte informazioni importanti poiché mettono in grado l’investitore di giudicare quanto del patrimonio del fondo teoricamente è esposto ad un rischio controparte, il livello e la qualità della garanzia offerta.
Se ad esempio la normativa europea permette un prestito titoli fino al 100% del patrimonio del fondo, per mitigare i rischi un emittente può decidere di autolimitarsi questo cap.

Ecco quello che troviamo scritto sul sito di UBS ETF: “conformemente alla direttiva europea sui fondi OICVM e alla legge federale sugli investimenti collettivi di capitale LICol l’ammontare dei titoli prestati può arrivare al 100%. Nella prassi, finora la quota di titoli effettivamente dati in prestito presso UBS ETF è stata molto inferiore. Per il prestito di titoli UBS ETF ha fissato una soglia massima pari al 50% del valore netto d’inventario di un ETF”.

Per offrire una garanzia ancora maggiore agli investitori le società di ETF tendono ad accettare collaterali con un valore superiore al 100% dei titoli oggetto di prestito. Ad esempio UBS scrive sulla sua pagine dedicata al prestito titoli “Le operazioni di prestito titoli di UBS ETF prevedono una sovracollateralizzazione non inferiore al 105%”.

Se c’è una caratteristica vincente di questi strumenti rispetto ai fondi oltre a quella del costo è sicuramente la trasparenza. Magari non è semplice trovare la policy che regola questo genere di attività, ma ogni emittente ha un documento che spiega come svolge questo tipo di attività e con quali garanzie.

Alcuni criticano questa attività di prestito titoli poiché espone gli investitori a rischi aggiuntivi di controparte, anche coloro che pensavano di evitare qualsiasi forma di rischio controparte per aver scelto strumenti a replica fisica.

In realtà la normativa UCITS ha posto delle regole molto rigide a tutela dell’investitore ed i rischi appaiono decisamente remoti. Oltre tutto la trasparenza è massima ed i più pignoli potranno monitorare quotidianamente quanto è presente in ogni ETF questo rischio con la libertà di scegliere anche emittenti che prestito titoli non lo fanno proprio.

Come capire se il nostro ETF presta i propri titoli? | Investire.biz (2024)

FAQs

Come monitorare un ETF? ›

Il pannello di controllo del monitoraggio di portafoglio si trova nella dashboard del portafoglio o al link diretto nella panoramica di portafoglio. Potete monitorare il vostro portafoglio a livello di singola classe di attività o ETF.

Quanto tempo bisogna tenere un ETF? ›

Puoi tenere un ETF per tutto il tempo o per tutto il tempo che vuoi. Ma noi siamo i sostenitori di una strategia buy-and-hold, che prevede l'acquisto di ETF e il loro mantenimento per un lungo periodo, indipendentemente dalle fluttuazioni di mercato a breve termine.

Come capire se un ETF è buono? ›

Per capire quando un ETF sia buono dobbiamo guardare se esso minimizza i differenziali di tracking offrendo quindi un rendimento di mercato piuttosto simile a quello dell'indice meno i costi di gestione dello stesso; Performance: i rendimenti di un ETF misurano la performance complessiva di un ETF.

Chi garantisce gli ETF? ›

Il fornitore di un fondo indicizzato garantisce di replicare l'andamento di un indice con la massima accuratezza possibile. Gli investimenti di un fondo indicizzato (componenti e pesi) sono specificati esattamente dall'indice.

Quali sono i 3 principali tipi di ETF? ›

Quali ETF esistono?
  • Asset Class (e.g., azionario, obbligazionario)
  • Strategia.
  • Regione.
  • Mercato.

Quanti ETF avere? ›

Per la maggior parte degli investitori privati, il numero ottimale di ETF in portafoglio è da 5 a 10 in diverse classi di attivi, regioni geografiche e altre caratteristiche. In tal modo, è possibile ottenere un certo livello di diversificazione senza rinunciare alla semplicità.

Quando è il momento di vendere un ETF? ›

Non fare trading in apertura dei mercati

Generalmente, il periodo migliore per scambiare Etf è a metà giornata, piuttosto che all'inzio o alla fine. Lo spread bid-ask tende infatti ad essere più ampio all'apertura dei mercati perchè i market maker vogliono vedere come i titoli sottostanti vengono scambiati.

Quanto è rischioso investire in ETF? ›

Investire in ETF è sicuro perchè al pari dei fondi comuni di investimento gli ETF hanno un patrimonio autonomo e separato da quello della società che li gestisce e quindi non è “aggredibile” da nessuno. Ciò significa che se la società di fondi o la banca sono insolventi, l'ETF può essere trasferito a un'altra società.

Quando è il momento migliore per comprare ETF? ›

Quando dovrei acquistare i miei ETF? E' conveniente far coincidere la negoziazione degli ETF con l'orario di apertura della borsa di riferimento dove sono presenti le attività sottostanti all'ETF, in quanto, così facendo, avrai la migliore liquidità ed il migliore spread.

Su quale borsa è meglio comprare ETF? ›

Compra nella borsa giusta

Gli ETF sono negoziati in borsa. Le più famose sono il New York Stock Exchange (NYSE) o il Nasdaq, oppure Xetra ed Euronext Amsterdam in Europa.

Cosa guardare in un ETF? ›

Selezione dell'ETF: Quali sono i criteri da seguire?
  • Costi.
  • Volume del fondo.
  • Età del fondo.
  • Performance e qualità del monitoraggio.
  • Imposte.
  • Appropriazione del reddito.
  • Metodo di replica.
  • Strategia di investimento.

Quanto costa mantenere un ETF? ›

Oltre al TER, può includere commissioni d'ordine, costi di ribilanciamento e altri costi correlati. Costi medi: i costi medi degli ETF, considerando tutte le classi di attività, ammontano allo 0,37% all'anno (escludendo gli ETP a leva, dati aggiornati al 30.06.2023).

Cosa succede se fallisce un ETF? ›

Pertanto, il denaro degli investitori deve essere tenuto separato dalle attività del fornitore dell'ETF. In caso di insolvenza del fornitore di ETF, la banca depositaria è obbligata a versare il denaro agli investitori.

Cosa succede se un ETF viene chiuso? ›

Quando un ETF viene chiuso, gli investitori non perdono il capitale investito. Inoltre, la chiusura di un fondo non è una sorpresa, poiché ci sono alcuni segnali che indicano una chiusura imminente.

Quali ETF rendono di più? ›

Quest anno l'ETF che registra il miglior rendimento è il PIMCO ETFs plc - Emerging Markets Advantage Local Bond Index UCITS ETF di PIMCO, società che trova in classifica anche il PIMCO ETFs plc - Euro Short-Term High Yield Corporate Bond Index UCITS ETF.

Cosa sapere sugli ETF? ›

Gli ETF (acronimo di Exchange Traded Funds) sono fondi o SICAV a basse commissioni di gestione negoziati in Borsa come le normali azioni. Si caratterizzano per il fatto di avere come unico obiettivo quello di replicare fedelmente l'andamento e quindi il rendimento di indici azionari, obbligazionari o di materie prime.

Dove compare ETF? ›

Come investire in ETF

Scegli il broker o la banca dove aprire un conto di intermediazione. Molti broker online sulle loro piattaforme di trading offrono la possibilità di negoziare gli ETF senza commissioni. Tra i migliori broker dove fare trading di ETF citiamo eToro, Trade Republic, XTB, e Degiro.

Che tipi di ETF esistono? ›

Lista di ETF per classe di attività
  • ETF azionari.
  • ETF immobiliari.
  • ETF multi-asset.
  • ETF obbligazionari.
  • ETF sui mercati monetari.
  • ETF sui metalli preziosi.
  • ETF sulle materie prime.

Quali sono i principali ETF? ›

Principali ETF
NomeSimboloVol.
Invesco QQQ TrustQQQ71,95M
iShares China Large-CapFXI32,04M
iShares MSCI Brazil CappedEWZ27,89M
iShares MSCI EAFEEFA16,89M
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Author: Pres. Lawanda Wiegand

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Name: Pres. Lawanda Wiegand

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