Ovviare al taglio dei dividendi con un Certificato dall’8% annuo | Investire.biz (2024)

Diversi fattori potrebbero sostenere gli indici di Borsa. Un Express Certificate di UBS permette di mitigare il rischio rendendo fino all'8% anno. Vediamo come

Il peggio sembra alle spalle guardando l’andamento degli indici di Borsa delle ultime settimane. Nella mente degli investitori rimane ovviamente il brusco movimento che ha caratterizzato l’ultimo scorso di febbraio e la prima parte di marzo, da allora però diverse cose sono cambiate. Indubbiamente la pandemia da Coronavirus ha proseguito l’espansione della scia di contagi e morti a livello globale, la reazione delle più importanti banche centrali e dei Governi stessi sembra tuttavia andare nella giusta direzione. Riprova ne sono i rimbalzi messi a segno nelle ultime settimane dai principali indici di Borsa, con Wall Street come sempre a farla da padrona con i suoi Nasdaq 100 e S&P 500.


Partendo da queste basi, un recente Express Certificate con effetto memoria emesso da UBS ha attirato la nostra attenzione. Si tratta di un Certificato listato mercoledì 22 aprile e scadenza 15 aprile 2025 che ha come sottostanti il nostro FTSE Mib, l’S&P 500 e il Nasdaq 100. Negoziato sul mercato EuroTLX con codice ISIN DE000UD6ZLB9, attualmente passa di mano con prezzo bid/adk di 98,90/99,90, ossia leggermente sotto il prezzo di emissione di 100 euro, corrispondente al valore nominale del Certificate.

Scenario di mercato
Ad aumentare l’interesse verso questo strumento sono i temi di mercato sottostanti e la struttura del Certificato. Per quanto riguarda i temi, l’intervento della BCE a scudo dei Paesi dell’area euro e la convergenza dei leader europei verso la creazione del Recovery Fund sono due elementi che giocano a favore degli indici di Borsa del Vecchio Continente, Italia in primis.

Il nostro Paese ha storicamente un alto livello di debito, con gli istituti di credito quotati a Piazza Affari che hanno nei loro stati patrimoniali un’elevata quantità di titoli di Stato. Lo scudo della BCE, che ora accetta come collaterali titoli junk bond, è positivo in quanto riduce il rischio percepito dal mercato verso questo settore. Quello bancario è il comparto che maggiormente pesa nella composizione del FTSE Mib. In diversi Stati europei sta iniziando la fase 2 della gestione della pandemia, con un’apertura progressiva e un ritorno verso la normalità per quanto riguarda l’attività delle diverse aziende. Il Governo italiano si attende un recupero dell’economia nel corso del secondo semestre dell’anno. Considerando che i mercati potrebbero aver ecceduto nelle vendite di fine febbraio/prima metà di marzo, un ritorno verso la normalità potrebbe portare a risultati aziendali migliori delle aspettative. Questo sarebbe un driver utile per un recupero generale dell’indice FTSE Mib.

Sul fronte americano, il Presidente Donald Trump sembra intenzionato a sua volta ad avviare una graduale ripartenza della prima economia mondiale. I dati del mercato del lavoro sono estremamente negativi, non va tuttavia dimenticato come gran parte delle aziende che compongono l’S&P 500 e il Nasdaq 100 hanno un’estensione del proprio business su scala internazionale. Wall Street potrebbe inoltre trarre giovamento dall’importante appuntamento elettorale di inizio novembre, quando gli americani saranno chiamati ad eleggere il nuovo Presidente USA.

L’andamento della Borsa a stelle e strisce è un argomento a cuore di tutti i cittadini statunitensi e difficilmente Donald Trump correrà il rischio di presentarsi all’appuntamento elettorale con una Borsa debole e in difficoltà. Il rimbalzo degli indici americani delle ultime settimane ha avuto come protagonista il Nasdaq 100. L’indice tecnologico americano raccoglie un numero elevato di società capaci di sfruttare questi mesi di lockdown, con le ricadute economiche positive che si vedranno già nei mesi a venire con la diffusione delle trimestrali. Anche questo elemento potrà dunque dare nuova linfa a Wall Street, con una minor competizione data dai titoli di Stato internazionali i cui rendimenti sono stati fiaccati dal massiccio intervento delle banche centrali.

Struttura del Certificato
Se quelli appena visti sono i punti di forza dei sottostanti, la struttura del Certificato di cui parliamo oggi appare dunque favorevole agli investitori. Si tratta infatti di un certificato che paga premi trimestrali del 2% se il peggiore dei tre indici sottostanti alle date di rilevazione intermedia previste dovesse valere almeno il 75% dello strike price fissato lo scorso 15 aprile.

Anche in caso di perdita di valore degli indici, gli investitori potrebbero dunque ottenere una remunerazione. L’opzione memoria di cui è dotato il Certificate consente inoltre di non perdere gli eventuali premi non pagati in precedenza. Se a una data di rilevazione successiva il peggiore dei sottostanti soddisfasse la condizione per il pagamento del premio, l’investitore otterrebbe il premio trimestrale previsto più quelli non corrisposti in precedenza. Le date di rilevazione intermedia sono in tutto 20, con la prima che sarà il prossimo 15 luglio.

Il Certificato è dotato di altre due opzioni: la prima è quella Quanto che immunizza il rischio cambio legato alla presenza nel basket del Certificate di due sottostanti americani; la seconda è quella di poter scadere anticipatamente. Qualora in una delle date di rilevazione intermedia trimestrale il peggior sottostante tra i tre indici di Borsa che compongono il basket dovesse valere quanto o più dello strike price, il Certificato pagherebbe il premio previsto e scadrebbe anticipatamente. La prima data di rilevazione intermedia prevista per la scadenza anticipata è il 15 ottobre 2020.

Se il Certificate dovesse arrivare alla scadenza del 25 aprile 2025, l’investitore si troverebbe due possibili scenari: se il peggiore tra FTSE Mib, S&P 500 e Nasdaq 100 valesse almeno il 70% dello strike price, l’investitore si vedrebbe riconosciuto per intero i 100 euro del valore nominale. Di fatto non sarebbe esposto alla perdita di valore subita dai sottostanti. Se invece uno dei tre indici dovesse valere meno del 70% dello strike price, allora all’investitore verrebbe riconosciuto un prezzo di rimborso in linea con la performance registrata dal peggior sottostante tra la data di fixing dell’11 aprile 2020 e quella di rilevazione finale del 15 aprile 2025.

Giudizio dell’Ufficio Studi
Come evidenziato in precedenza, i temi sottostanti a questo Certificato appaiono interessanti. Sul fronte del ritorno degli investimenti, vi è inoltre un ulteriore fattore da considerare: se i titoli di Stato, anche quelli con una duration maggiore a quella dell’Express Certificate emesso da UBS, hanno rendimenti molto modesti, non va meglio per il momento ai possessori di azioni. Prendendo ad esempio l’Italia, nelle ultime settimane abbiamo visto un numero sempre più crescente di aziende decidere di posticipare o tagliare i dividendi previsti per questo 2020. In quest’ottica il Certificate permette di poter incassare dei premi trimestrali che rendono fino all’8% lordo annuo.

Ovviamente l’investitore deve essere consapevole che la partita che si sta giocando con il Coronavirus non è finita e che sui mercati si potranno vivere nuove fasi di volatilità. Tra i sottostanti del Certificate l’anello debole appare il FTSE Mib, il livello per il pagamento del premio trimestrale (12.539,303 punti) è tuttavia poco sopra i minimi storici registrati dall’indice di riferimento di Borsa Italiana e quello Barriera rilevato a scadenza è sotto di esso (11.703,349 punti)

DISCLAIMER
I certificati sono strumenti finanziari ad elevata complessità e potrebbero non essere adatti a tutti gli investitori. Prima di acquistare questi prodotti valutare attentamente i rischi e leggere la documentazione dell’emittente. Il presente articolo non costituisce sollecitazione né consiglio all’investimento, ma ha solo finalità informative.

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Author: Horacio Brakus JD

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